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Narrazioni Illustrate #9
Osservare cambia tutto
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Un semplice indovinello sul coronavirus (covid) per bambini, ma scritto con un alfabeto cifrato. Clicca sull’immagine per scaricare il pdf di 3 pagine.
La didattica della scienza è spesso al centro di vivaci dibattiti, e sempre più sorgono proposte di scienze e/o attività tecnologiche per bambini. Tuttavia, si tralascia spesso il come sia opportuno svolgere la didattica, e ci si concentra troppo sul cosa si debba fare durante i laboratori e le lezioni di scienze (o di matematica, la situazione è analoga). Quali esperimenti fantasmagorici possiamo far svolgere ai bambini? Quali software rivoluzionari possiamo mettere loro davanti? Ma il come questi laboratori vadano condotti, a cosa sia opportuno fare attenzione, questa sono spesso faccende più trascurate.
Permetteteci una breve riflessione su quale come noi riteniamo importante quando si tratta di scienze o matematica con i più piccoli.
Sarebbe bene che chi desidera proporre attività a sfondo scientifico (a ogni livello, ma in particolare per bambini) si esercitasse nell’arte della narrazione, e affinasse le sue capacità di scrittura.
Questo perchè un incontro di scienze è prima di tutto una storia! E ciò vale da molti punti di vista. Per primo, l’incontro in sè, comunque sia strutturato, deve avere una struttura ben chiara nella mente dell’organizzatore. Capita sempre che il piano iniziale venga sconvolto dall’interazione con i bimbi, ma l’educatore deve arrivare avendo chiara in testa una scaletta dell’attività. La giornata ha un incipt, un explicit, ma soprattutto un punto di climax! E, come in ogni storia, l’incipit deve catturare, l’explicit sviluppare il desiderio della prossima storia, e il climax deve essere valorizzato!
Lo stesso si applica a “dimensioni” differenti: non solo l’intera giornata in sè ha la struttura di una storia, ma anche lo stesso svolgimento di un esperimento. Proporre un’attività scientifica come una serie di passi da seguire ha lo stesso effetto che proporre il riassunto di un racconto: il contenuto c’è tutto, ma il suo scopo è solo quello di fornire delle informazioni, non di coinvolgere e invitare alla lettura. Allo stesso modo, se si propone ai bambini solo di seguire delle istruzioni, non si invita alla scoperta, all’esplorazione, alla creazione di qualcosa, ma solo a cucinare una ricetta che qualcun altro ha progettato. E’ chiaro che noi, dal ruolo di educatori, conosciamo la ricetta; ma, nel proporla ai nostri provetti cuochi, il nostro ruolo richiede proprio che confezioniamo tale serie di passi in una storia con una struttura.
Continua la lettura di Una riflessione sullo stato della didattica della scienza
Schiacciare forte dello zucchero per ottenere… un po’ di luce? Unire e separare scotch da pacchi per scoprire un piccolo bagliore bluastro? Sembra assurdo, e invece è… triboluminescenza!
Ci sono due piccoli esperimenti riguardanti la triboluminescenza che si possono facilmente realizzare a casa. Si tratta di un fenomeno alquanto insolito. L’unico reale requisito è una stanza buia, davvero buia, possibilmente senza finestre, come una dispensa.
Il primo esperimento richiede una zolletta (o manciata) di zucchero e un paio di pinze. Anche alcune caramelle di zucchero vanno bene. Ponete la zolletta nelle pinze e immergetevi nell’oscurità. Portate le pinze a livello degli occhi per poter vedere ciò che accade, e schiacciate fortissimo. Noterete un piccolo bagliore bluastro, che nasce e muore nel momento in cui lo zucchero viene compresso.
Continua la lettura di La triboluminescenza: dallo zucchero alla luce!
Il Piacere di Scoprire e organizza cicli di laboratori scientifici per bambini e ragazzi un pomeriggio a settimana. Desideriamo esplorare la natura per il gusto di scoprire cose nuove e divertirci. Ci vediamo un pomeriggio a settimana nei pressi di Spianata Castelletto (età indicativa 6-10). Per scoprire di più sullo spirito e le intenzioni degli incontri, vai a Una nuova casa sull’albero per piccoli scienziati. Per avere informazioni sugli incontri, iscrivere tuo figlio e comunicare con noi, contattaci!
Riassunto per i pigrissimi: Dopo il grande successo degli anni passati, Il Piacere di Scoprire è pronto a ripartire! Organizziamo cicli di laboratori scientifici per bambini un pomeriggio a settimana. Desideriamo tornare a esplorare la natura per il gusto di scoprire cose nuove e divertirci. Ci vediamo il 29 Settembre alle 16 vicino a Castelletto con un incontro conoscitivo per adulti e un laboratorio gratuito per bambini (età indicativa 6-10). Qui l’evento Facebook. Se proprio non puoi leggere il resto, salta alla sezione “Lista delle cose da fare”.
Viviamo in un mondo di risultati e di aspettative. Un mondo in cui le cose si fanno per un fine, e la metrica di giudizio è il successo. Un mondo in cui si fanno i compiti per essere pronti alla verifica in classe, in cui si studia per passare gli esami, in cui si fanno esperienze extra per arricchire il curriculum in vista del lavoro… Sempre più spesso tendiamo a fare qualcosa con la chiara prospettiva del a cosa questo serva nella nostra vita. Ma non è forse più importante il cammino della meta? Il viaggio, della destinazione?
Per questo noi vorremmo proporre una prospettiva diversa. Vorremmo davvero tornare a fare le cose perché ci fa piacere farle, e perché stimolano il nostro interesse e sviluppo. Desideriamo creare uno spazio di esplorazione: un luogo in cui il motore sia il piacere di scoprire cose nuove.
Vorremmo promuovere una conoscenza disinteressata, perché è la più potente di tutte. Le cose che impariamo per noi stessi le potremo mettere a frutto in qualunque circostanza della nostra vita: una verifica, un esame, un lavoro. Ma soprattutto, ci renderà la vita più luminosa! C’è così tanto da scoprire che vale la pena esplorare! Siamo spesso trattenuti dalla paura che il nostro bambino non trovi il suo posto nel mondo. Tuttavia, non dobbiamo lasciare che questo gli impedisca di trovare, appunto, il suo posto, e non un posto qualunque. Se vuole mollare l’università e seguire un corso di calligrafia incoraggiatelo: è quello che ha fatto Steve Jobs, e nessuno lo classifica come un fallito. Come ci insegna Maria Montessori, ogni attività che non sia chiaramente dannosa per il bambino è funzionale al suo sviluppo.
In questo consiste quindi il nostro progetto: creare uno spazio di crescita ed esplorazione disinteressata per bambini e ragazzi a Genova, che spalanchi davanti a loro le porte del futuro e lo renda più felice.
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Perché non si può dividere per zero? Cosa ha di così speciale questo numero per rendere la divisione impossibile?
Avete mai provato a dividere un numero per zero con la calcolatrice? Se provate, scoprirete che anche la calcolatrice si rifiuta di farlo! E, in effetti, a scuola ci hanno sempre detto che non si può fare: non si può dividere per zero.
Ma in matematica tutte le cose hanno una ragione, e la divisione per zero non fa eccezione. Cerchiamo di scoprire perché non si possa dividere per zero, con una spiegazione che anche i bimbi possono capire!
Tutte le volte che in matematica si dà una risposta a un problema, è importante che tale risposta sia sensata. Non giusta, ma sensata! Dare una risposta sensata, in effetti, è fin più importante della sua esattezza… Nel caso della divisione per zero, il problema è che non è possibile trovare una risposta sensata. Per scoprire perché, facciamo un piccolo viaggio tra i numeri!
Per cominciare, proviamo a vedere cosa succede a dividere il numero dieci per dei numeri che diventano via via più piccoli.
Dividendo | Divisore | Risultato | |
10 | 5 | 2 | |
10 | 3 | 3.33 | |
10 | 2 | 5 | |
10 | 1 | 10 | |
10 | 0.5 | 20 | |
10 | 0.25 | 40 | |
10 | 0.10 | 100 | |
10 | 0.05 | 200 | |
10 | 0.01 | 1000 | |
10 | 0.001 | 10000 |
Fermiamoci a osservare questi numeri: più il numero per cui dividiamo diventa piccolo, più il risultato diventa grande! E allora, cosa succederebbe se dividessimo proprio per zero? Sembra, fin qui che verrebbe infinito! Infinito non è un numero come tutti gli altri, ma è pur sempre una risposta… ed è sensata! Ma perché allora non va bene?
Continua la lettura di Dividere per zero: perché non si può fare?
Sembra quasi magia, mettere a testa in giù un barattolo pieno d’acqua senza far uscire nemmeno una goccia! In qualche modo, l’acqua rimane sospesa nel vuoto!
Questo piccolo esperimento di tensione superficiale permette di rovesciare un bicchiere pieno d’acqua senza che il liquido esca dal contenitore. Si tratta di un’attività di grande effetto sui bambini, che sconvolge tutta la loro esperienza pregressa del mondo.
Per prima cosa, è necessario assicurare la zanzariera alla sommità del barattolo. È importante che la zanzariera sia ben tesa. Con gli elastici, fissiamo la zanzariera alla circonferenza del barattolo, proprio sulla filettatura del tappo. Solitamente un solo elastico è insufficiente, perché la zanzariera dovrà tenere un po’ di peso e rischia di saltare via se non ci sono almeno due o tre elastici a tenerla in posizione.
A questo punto abbiamo costruito la gabbia per l’acqua. È arrivato il momento di riempirla d’acqua! Immettiamo allora acqua nel barattolo per circa due terzi, anche attraverso la zanzariera.
Continua la lettura di Acqua misteriosamente sospesa nel vuoto..?
Come introdurre i bambini alla programmazione in modo giocoso? Ma con pane, burro e marmellata, ovviamente! Preparatevi a tanto disordine, ma anche a tanto divertimento!
Il primo approccio con una disciplina nuova, specialmente da piccoli, deve sempre essere divertente. Ci sono delle ottime piattaforme per coinvolgere un bimbo nella programmazione, ma come fare per introdurre l’argomento la prima volta, specialmente con bimbi piccoli? Come spiegare loro che cos’è un programma per computer?
Soprattutto, come fare a trasmettere ai bambini la necessità di fornire al computer istruzioni precise, in un ordine particolare, senza dare nulla per scontato? Un modo fantastico è quello di usare il pane, il burro e la marmellata. Vediamo come trasformare questi banali materiali in un gioco di programmazione – che culminerà in una merenda finale!
Preparate un tavolo, su cui disporre il pane, il burro e la marmellata. Saranno necessari anche dei coltelli/cucchiai, per prendere e spalmare burro e marmellata. Abbiate cura di lasciare ancora tutto confezionato: per esempio, non aprite i barattoli e le confezioni.
Un adulto siede da una parte del tavolo, i bambini stanno dall’altra parte. La struttura del gioco e le relative regole sono le seguenti:
Continua la lettura di Pane, burro e marmellata per introdurre i bambini alla programmazione
In questa pagina proponiamo alcune risorse di valore nell’ambito della programmazione per bambini. Tutte le piattaforme elencate in questo articolo sono fruibili in italiano, di modo che i bimbi non debbano essere assistiti da un adulto.
La programmazione, altresì nota come coding dall’inglese, è un’attività che richiede logica e attenzione. Nelle modalità giuste, essa dovrebbe essere parte dei curriculum di matematica delle scuole elementari e medie.
Imparare a programmare non è utile solo da un punto di vista lavorativo, ma lo è anche (soprattutto) da un punto di vista cognitivo. La programmazione insegna ai bambini ad analizzare le proprie idee e capirle a fondo. Per spiegare a un computer a svolgere un compito, è necessario averlo capito a fondo.
Ad esempio, scrivere un programma per trovi i divisori di un numero è un compito tutt’altro che immediato per un ragazzino, ma vale più di mille esercizi in cui gli sia richiesto di trovare i divisori di un certo numero. Per scrivere il programma, è necessario aver capito sul serio come trovare i divisori di un numero. Nel momento in cui un bimbo è in grado di scrivere un programma che trova i divisori, non avrà più bisogno di fare alcun esercizio: si ricorderà per sempre come si fa!
Il primo approccio alla programmazione per bambini deve essere giocoso. Non si può pretendere che, fin da subito, i bimbi scrivano del codice. Per questo, sono disponibili diverse piattaforme gratuite che forniscono un approccio visuale accattivante. Le risorse proposte sono indicate per bambini dal triennio elementare in su, e perfette per l’inizio delle scuole medie.
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