La didattica della scienza è spesso al centro di vivaci dibattiti, e sempre più sorgono proposte di scienze e/o attività tecnologiche per bambini. Tuttavia, si tralascia spesso il come sia opportuno svolgere la didattica, e ci si concentra troppo sul cosa si debba fare durante i laboratori e le lezioni di scienze (o di matematica, la situazione è analoga). Quali esperimenti fantasmagorici possiamo far svolgere ai bambini? Quali software rivoluzionari possiamo mettere loro davanti? Ma il come questi laboratori vadano condotti, a cosa sia opportuno fare attenzione, questa sono spesso faccende più trascurate.
Permetteteci una breve riflessione su quale come noi riteniamo importante quando si tratta di scienze o matematica con i più piccoli.
Il come della didattica della scienza
Sarebbe bene che chi desidera proporre attività a sfondo scientifico (a ogni livello, ma in particolare per bambini) si esercitasse nell’arte della narrazione, e affinasse le sue capacità di scrittura.
Questo perchè un incontro di scienze è prima di tutto una storia! E ciò vale da molti punti di vista. Per primo, l’incontro in sè, comunque sia strutturato, deve avere una struttura ben chiara nella mente dell’organizzatore. Capita sempre che il piano iniziale venga sconvolto dall’interazione con i bimbi, ma l’educatore deve arrivare avendo chiara in testa una scaletta dell’attività. La giornata ha un incipt, un explicit, ma soprattutto un punto di climax! E, come in ogni storia, l’incipit deve catturare, l’explicit sviluppare il desiderio della prossima storia, e il climax deve essere valorizzato!
Lo stesso si applica a “dimensioni” differenti: non solo l’intera giornata in sè ha la struttura di una storia, ma anche lo stesso svolgimento di un esperimento. Proporre un’attività scientifica come una serie di passi da seguire ha lo stesso effetto che proporre il riassunto di un racconto: il contenuto c’è tutto, ma il suo scopo è solo quello di fornire delle informazioni, non di coinvolgere e invitare alla lettura. Allo stesso modo, se si propone ai bambini solo di seguire delle istruzioni, non si invita alla scoperta, all’esplorazione, alla creazione di qualcosa, ma solo a cucinare una ricetta che qualcun altro ha progettato. E’ chiaro che noi, dal ruolo di educatori, conosciamo la ricetta; ma, nel proporla ai nostri provetti cuochi, il nostro ruolo richiede proprio che confezioniamo tale serie di passi in una storia con una struttura.
Infine, anche quando non riusciamo proprio a rifuggire dall’esigenza di dare una spiegazione ai bambini (cosa che, nella maggior parte dei casi, è sbagliata per il loro sviluppo), anch’essa è bene proporla come una storia. Per esempio, invece che spiegare il fenomeno dell’elettricità con parole e situazioni che non fanno parte dell’intuito di un bambino, lo si può spiegare mediante un’analogia con l’acqua, le pompe e le cascate.
Per questo, noi crediamo che il primo consiglio per chi fa scienza con i bambini sia quello di esercitarsi a narrare, a raccontare. E ovviamente, a leggere narrazioni e racconti di ogni tipo, sia per grandi che per piccoli, a volte anche solo con lo scopo di osservare come la storia si sviluppa. Anche il leggere ad alta voce, ma con grande coinvolgimento, è un utile elemento.